"Scudo per la privacy 2.0"? - Prima reazione di Max Schrems

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 /  25 March 2022
Privacy Shield 2.0 statement

"Scudo per la privacy 2.0"? - Prima reazione di Max Schrems

Oggi il presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente Biden hanno annunciato un "accordo di principio" su un nuovo sistema di condivisione dei dati UE-USA.

Alcuni fatti in anticipo:

  • C'è solo un annuncio politico, non un testo che può essere analizzato. Per quanto noyb è informato, un tale testo non esiste ancora e ci vorranno un paio di mesi per essere redatto.
  • Questo è probabilmente inteso come un "accordo di principio": gli avvocati devono ancora trovare soluzioni ai problemi sollevati dalla Corte di giustizia (CJEU). Finora nessuna soluzione pienamente funzionante è stata consegnata nonostante due anni di discussioni.
  • Quello che noyb sente è che gli Stati Uniti non hanno intenzione di cambiare le loro leggi di sorveglianza, ma solo previste rassicurazioni esecutive (usando il linguaggio dell'UE come "proporzionalità"). Non è chiaro come questo possa lontanamente superare il test della CGUE, dato che la sorveglianza statunitense è già stata ritenuta non "proporzionata" dalla CGUE. Gli accordi precedenti hanno fallito due volte in questo senso.
  • Non sembra esserci un aggiornamento del principio del "Privacy Shield" per l'uso dei dati commerciali, nonostante l'entrata in vigore del GDPR dopo il passaggio del Privacy Shield.
  • Qualsiasi nuovo accordo non sarebbe un accordo bilaterale, ma una decisione esecutiva della Commissione europea, che dovrebbe prima essere esaminata dal Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB). Questo processo può essere avviato solo quando c'è un testo legale. Una vera e propria "decisione di adeguatezza" avrebbe quindi bisogno di un paio di mesi in più.
  • Le aziende non possono usare un accordo fino a quando non è formalmente approvato, il che richiederà mesi.
  • Una decisione può essere rapidamente contestata con la Corte di giustizia europea. noyb si aspetta di essere in grado di riportare alla CJEU qualsiasi nuovo accordo che non soddisfi i requisiti della legge dell'UE nel giro di pochi mesi, ad esempio attraverso cause civili e ingiunzioni preliminari. La CGUE può anche intraprendere un'azione preliminare, se un accordo sta chiaramente violando sentenze precedenti.
  • Nel complesso un annuncio politico senza un testo solido, sembra generare ancora più incertezza giuridica per il momento.

Dichiarazione:

"Abbiamo già avuto un accordo puramente politico nel 2015 che non aveva alcuna base giuridica. Da quello che si sente potremmo giocare lo stesso gioco una terza volta ora. L'accordo era apparentemente un simbolo che von der Leyen voleva, ma non ha il sostegno degli esperti di Bruxelles, dato che gli Stati Uniti non si sono mossi. È particolarmente spaventoso che gli Stati Uniti abbiano presumibilmente usato la guerra in Ucraina per spingere l'UE su questa questione economica"

"Il testo finale avrà bisogno di più tempo, una volta che questo arriverà lo analizzeremo a fondo, insieme ai nostri esperti legali statunitensi. Se non è in linea con il diritto dell'UE, noi o un altro gruppo probabilmente lo contesteremo. Alla fine, la Corte di giustizia deciderà una terza volta. Ci aspettiamo che questo torni alla Corte entro mesi da una decisione finale."

"È deplorevole che l'UE e gli Stati Uniti non abbiano usato questa situazione per arrivare a un accordo 'no spy', con garanzie di base tra democrazie affini. I clienti e le imprese devono affrontare altri anni di incertezza giuridica"

- Max Schrems, presidente onorario di noyb e principale attore nelle cause "Schrems I" e "Schrems II" davanti alla CGUE.