A seguito della sentenza della CGUE sui trasferimenti di dati UE-USA da parte di Facebook, abbiamo chiesto al DPC irlandese di intervenire. La prima risposta del DPC indica che non è disposto a impegnarsi a rispettare un periodo di tempo chiaro per prendere una decisione, nonostante siano passati sette anni dalla presentazione del nostro reclamo iniziale.
Nel 2016, a seguito della sentenza della CGUE sull'accordo "Safe Harbor", il DPC si è impegnato dinanzi all'Alta Corte irlandese a raggiungere rapidamente una decisione sulla nostra denuncia. Invece, invece, hanno intentato una causa contro Facebook e il signor Schrems che ha portato a un altro rinvio dinanzi alla CGUE. La Corte ha infine confermato la posizione del sig. Schrems, invalidando anche la decisione sul Privacy Shield. La Corte ha anche sottolineato ancora una volta che era in facoltà del DPC di fermare i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti colpendo le "Clausole contrattuali standard" su cui Facebook si basava. Inoltre, è stato rilevato che il CED ha persino il dovere di intraprendere tale azione.
Ora, il sig. Schrems ha chiesto una chiara descrizione delle misure che il RPD adotterà per dare attuazione alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, poiché non vi sono misure chiare ai sensi del diritto processuale irlandese. Nella sua prima risposta sulla questione, il RPD ha rifiutato di delineare tali passi. Abbiamo pertanto formulato richieste chiare e specifiche che dovrebbero essere soddisfatte entro il 31 luglio 2020 e ci impegniamo a presentare eventuali osservazioni in risposta alle rimanenti basi giuridiche su cui Facebook può fare affidamento entro 14 giorni. Una decisione definitiva dovrebbe poi essere possibile entro il 1° ottobre 2020.
Max Schrems: "noyb ed io faremo ora ogni passo necessario per garantire che i controllori e le autorità di protezione dei dati attuino la chiara decisione della CGUE. Fare in modo che il DPC irlandese prenda finalmente una decisione dopo sette anni e cinque sentenze dei tribunali irlandesi ed europei è solo una delle nostre opzioni. Stiamo anche valutando altre opzioni, perché sarebbe inaccettabile se la Corte Suprema dell'UE venisse ignorata una seconda volta"