Dichiarazione della Commissione europea sulla decisione di adeguatezza degli Stati Uniti
La Commissione europea ha emesso oggi una nuova decisione di adeguatezza che sostituisce la decisione "Privacy Shield", precedentemente invalidata dalla Corte di giustizia dell'UE (CGUE) sulla sorveglianza degli Stati Uniti. La CGUE ha richiesto (1) che la sorveglianza statunitense sia proporzionata ai sensi dell'articolo 52 della Carta dei diritti fondamentali (CFR) e (2) che vi sia accesso a un ricorso giudiziario, come previsto dall'articolo 47 CFR. La legge statunitense aggiornata (Executive Order 14086) sembra non soddisfare entrambi i requisiti, poiché non cambia la situazione rispetto al PPD-28 precedentemente in vigore. C'è una continua "sorveglianza di massa" e un "tribunale" che non è un tribunale vero e proprio. Pertanto, qualsiasi "decisione di adeguatezza" dell'UE basata sull'Ordine Esecutivo 14086 probabilmente non soddisferà la CGUE.
Come evidenziato nella precedente dichiarazione dinoyb sull'Ordine Esecutivo statunitense 14086, le modifiche apportate alla legge americana sembrano piuttosto minime. Alcuni emendamenti, come l'introduzione del principio di proporzionalità o l'istituzione di una Corte, sembrano promettenti, ma a un esame più attento risulta evidente che l'Ordine Esecutivo vende troppo e non rende abbastanza quando si tratta di proteggere le persone non statunitensi. Sembra ovvio che qualsiasi "decisione di adeguatezza" dell'UE basata sull'Ordine Esecutivo 14086 probabilmente non soddisferà la CGUE. Ciò significa che il terzo accordo tra il governo statunitense e la Commissione europea potrebbe fallire.
Max Schrems:"Analizzeremo la bozza di decisione in dettaglio nei prossimi giorni. Poiché la bozza di decisione si basa sul noto Ordine Esecutivo, non vedo come possa sopravvivere a un ricorso alla Corte di Giustizia. Sembra che la Commissione europea emetta decisioni simili in continuazione, in palese violazione dei nostri diritti fondamentali"
Il progetto di decisione sarà ora esaminato dal Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) e dagli Stati membri europei. Tuttavia, anche le dichiarazioni negative dell'EDPB e degli Stati membri non sono vincolanti per la Commissione. Una volta pubblicata la decisione, le aziende europee potranno fare affidamento su di essa per l'invio di dati negli Stati Uniti. La decisione finale non è prevista prima della primavera del 2023. Gli utenti potranno quindi impugnare la decisione attraverso i tribunali nazionali ed europei.